Non è un Lavoro per Donne: intervista alla poetessa, cantautrice e producer Laura Vittoria. Lo scorso 11 aprile è uscito il suo primo disco “Kein Traum”.
Laura Vittoria Recanati in arte Laura Vittoria nasce a Milano e vive in provincia di Bergamo. Laura inizia a cantare e a suonare la chitarra durante gli anni del liceo, militando come cantante in banddi stampo stoner e hard rock. Parallelamente, scrive le sue prime canzoni in inglese per voce e chitarra, mai pubblicate. Si laurea in Psicologia Clinica a Bergamo.
Laura, durante gli ultimi anni di università, lavora a un libro di poesie dal titolo ‘Il mondo intatto’ (Mar Dei Sargassi, giugno 2024) e al suo primo disco cantato interamente in lingua italiana e prodotto dalla stessa artista insieme a Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Village). Il titolo del suo primo disco è Kein Trauma, uscito lo scorso 11 aprile per la Manimal Vinyl/La Tempesta Dischi.
Il disco Kein Traum è composto da 11 tracce tra canzoni e intermezzi semistrumentali, un viaggio musicale onirico che guida l’ascoltatore in un complesso indecifrabile di emozioni uditive e non solo. Un’opera prima davvero interessante.
Ho scambiato quattro chiacchiere con Laura Vittoria per farmi raccontare il suo primo disco e non solo.
Come è entrata la musica nella tua vita?
Laura Vittoria: “Mi è sempre piaciuto cantare sin da piccola: ricordo che cantavo davanti allo specchio del bagno con la spazzola rovesciata fingendo fosse un microfono. Ho poi scoperto, tra l’altro, che è una cosa che accomuna molti bambini.
Il canto, la musica, sono forme d’arte ancestrali e penso che non entrino nella nostra vita, ma ne facciano già parte, penso siano codificati in qualche modo dentro di noi. Lo slancio verso la scrittura della musica, di una mia musica, invece, arriva negli anni dell’adolescenza, quando inizio ad ascoltare band come Nirvana, Black Sabbath, Led Zeppelin e me ne innamoro. Iniziò così a cantare nelle band, a scrivere i miei primi testi e poi imbraccio la chitarra”.

Come il tuo percorso universitario ha influenzato il tuo modo di fare musica?
Laura Vittoria: “Ho studiato Psicologia Clinica per cinque anni, oltre ad aver fatto un anno di tirocinio e aver dato l’Esame di Stato. Se dicessi che questo percorso non ha influenzato me, e di conseguenza anche tutto ciò che esce da me, penso che non sarei realistica. Non saprei però dire come questo percorso abbia influenzato la mia musica”.
Quali sono le storie e le emozioni che sono entrate a far parte del tuo primo disco “Kein Traum”?
Laura Vittoria: “Non ci sono storie circoscritte e accadute realmente che abbiano influenzato o costruito questo disco. Secondo me, Kein Traum, concretamente, non racconta niente. Il disco piuttosto crea suggestioni, accostamenti atipici, cortocircuiti. Interroga, interroga costantemente l’ascoltatore. E allora sì, è forse più appropriato parlare di emozioni. Ovviamente, ognuno ci sente le emozioni ed i sentimenti che vuole.
Per me il sentire principale di questo disco è un misto di malinconia e spaesamento“.
Come è nata la collaborazione con Marco Fasolo?
Laura Vittoria: “L’ho contattato per essere il produttore del disco ma all’epoca era impegnato con altri progetti, allora sono andata avanti da sola, motivo per cui Marco è co-produttore e non produttore.
Sono contenta sia andata così: adesso mi sento più competente non solo per quanto riguarda la scrittura dei brani ma anche per i loro arrangiamenti e la pasta sonora che voglio conferire loro“.
In tema di diritti per le professioniste del mondo musicale (cantautrici, autrici, musiciste, addette ai lavori, ecc.) secondo te, quali sono le battaglie da dover portare avanti nei prossimi anni?
Laura Vittoria: “Sinceramente non mi sento la persona adatta per rispondere a questa domanda. Non vorrei dire castronerie o banalità. Posso dirti però che sono rimasta sorpresa, e infastidita, da una cosa: alcuni uomini musicisti hanno perlopiù fatto i complimenti a Marco Fasolo per il disco e non a me. O, se me li hanno fatti, a me ne hanno fatti molti meno (il classico: “che bella voce che hai”). Eppure, il disco è mio, in tutto e per tutto: nasce dalle mie visioni e dai miei sogni, i brani sono tutti scritti e, per la maggior parte, arrangiati da me, anche l’artwork è stata un’idea mia, e i videoclip dei due singoli sono scritti, diretti, e montati da me.
A tal proposito, ti dirò di più. Un musicista ha addirittura fatto a Marco i complimenti per il videoclip di “Che Sollievo”, che però è scritto, diretto e montato da me. Insomma, follia!”