Ross Music Box: intervista a Edoardo Chiesa

Ross Music Box: intervista al cantautore e chitarrista Edoardo Chiesa in occasione dell’uscita del suo nuovo disco “A quello che vedo non credo per niente” per L’Alienogatto/Gaina Records/Lapop.

Edoardo Chiesa, genovese, classe 1985, da quando ha dieci anni è innamorato di ogni tipo di chitarra, soprattutto se americana. La sua passione per la musica pop, per i cantautori e per i racconti di ogni genere lo portano piano piano ad intrecciare il suo interesse per la chitarra con quello della scrittura di brani musicali.

Tra il 2015 ed il 2018 ha pubblicato due album inediti: “Canzoni sull’alternativa” (L’Alienogatto/Dreamingorilla 2015) e “Le nuvole si spostano comunque” (L’Alienogatto/Molecole produzioni 2018). Tra il 2015 ed il 2019 è stato protagonista di un tour di oltre 150 date, da solo e con la sua band, aprendo concerti di artisti come Ermal Meta, Francesco Tricarico, Neri Marcorè, Bandabardò, Erica Mou e partecipando ad eventi come Collisioni Festival di Barolo, il Tenco ascolta e Repubblica Next di Genova.

Nel 2015 “Canzoni sull’alternativa” è stato selezionato tra le migliori 50 opere prime in gara per il premio Tenco. Nel 2016 è finalista del concorso New sound of acoustic Music dell’Acoustic Guitar Meeting di Cremona.

Nell’estate 2023 Chiesa è stato finalista, con brani inediti, dei concorsi nazionali “L’artista che non c’era”, “Botteghe d’autore”, “Premio Bindi” e “Lavagna Busking contest”. Nella stessa estate vince nell’ambito del “Premio Bindi” la targa “Giorgio Calabrese” come migliore autore dell’edizione 2023. Nell’autunno dello stesso anno è tra i premiati dalla Fondazione Estro Musicale per l’edizione 2023. Grazie a questo premio vince la possibilità di produrre e di promuovere il singolo “Se tutto quello che è considerato inutile sparisse all’improvviso”.

Oggi, 12 aprile 2024, esce il suo nuovo disco dal titolo “A quello che vedo non credo per niente”, composto da otto tracce. Otto brani freschi, diretti, sinceri nella scrittura che appena li ascolti non puoi fare a meno di farti trascinare dal sound che personalmente mi proietta verso quelle emozioni intese che sanno d’estate. Qualità altissima anche in questo nuovo lavoro per Edoardo Chiesa.

Ho scambiato quattro chiacchiere con Edoardo in occasione dell’uscita del disco.

Il tuo amore per la musica nasce dall’amore per la chitarra poi arrivata il cantautorato. Come è nato questo sentimento?

Edoardo Chiesa: “Non ricordo precisamente il momento in cui è scattata la scintilla ma ricordo che sono stato catturato dalla musica molto presto, ero bambino. Ricordo che a casa si ascoltava molto Edoardo Bennato. Ero affascinato da quel modo di raccontare storie attraverso le canzoni. Mi riusciva a divertire mentre mi portava nel suo mondo attraverso la sua chitarra e le sue parole”.

Ross Music Box: intervista al cantautore e chitarrista Edoardo Chiesa in occasione dell'uscita del suo nuovo disco "A quello che vedo non credo per niente”.

Quando hai capito che questa passione doveva essere il tuo “mestiere”?

Edoardo Chiesa:In realtà la musica non è diventata il mio mestiere e raramente l’ho ragionata e intesa come tale. L’ho sempre intesa come una compagna di vita, una parte di me senza la quale non sarei me stesso. Mi è capitato in passato di insegnare musica ed è stata un’esperienza molto appagante e formativa. Riuscire ad accendere un piccolo fuoco in qualcun altro è una delle cose più belle che possano capitare”.

Dal 2015 al 2019 hai calcato oltre 150 palchi. Mi racconti l’esperienza o le esperienze più assurde/divertenti/emozionanti che ti sono capitate?

Edoardo Chiesa: ho girato molto in lungo e in largo e come capita ai marinai mi è successo un po’ di tutto. Le esperienze più emozionanti sicuramente comprendono l’aver suonato in solo con voce e chitarra davanti a 5.000 persone in apertura ad artisti importanti ma anche alcune occasioni più raccolte grazie alle quali sono riuscito ad entrare in contatto con persone che si sono appassionate alla mia musica, alcune delle quali poi sono diventate amiche. Tra quelle più assurde ci metto sicuramente una terna di date in Veneto in cui è successo veramente di tutto. Per dirtene una, in una di queste date siamo stati addirittura pagati per non suonare (ride, nrd)”.

“A quello che vedo non credo per niente”, come mai hai scelto questo titolo per il nuovo disco?

Edoardo Chiesa: “Si tratta di una frase tratta da ‘Due come noi’, la canzone che apre il disco. Mi piace perché porta con sé alcuni concetti, semplici ma importanti: fidarsi sempre di ciò che si prova piuttosto di ciò che si vede, guardare la realtà abbandonando ogni tipo di filtro, e non dare mai nulla per scontato”.

Chi ha collaborato con te alla realizzazione del disco?

Edoardo Chiesa: “Questo è un disco molto eterogeneo, è partito da me e poi si è sviluppato diramandosi in più direzioni. Ad alcune canzoni ha lavorato il mio amico produttore Tomaso Delfino, ad altre il produttore milanese Massimo Caso, la rimanente parte di canzoni l’ho prodotta interamente io. Della maggior parte dei mix si è occupato Daniele Mandelli mentre dei master si sono occupati Giovanni Versari e Marco D’Agostino. Oltre a me hanno su alcune canzoni hanno suonato Damiano Ferrando, Amedeo Bianchi, Massimo Caso e Tomaso Delfino” .

Hai un programma un tour per questa estate? Hai già qualche data che ci puoi svelare?

Edoardo Chiesa: “Il programma è in divenire ma le prime date sono già state fissate. Sicuramente quella a cui tengo di più in questo momento è la prima, quella di domani, 13 Aprile, allo Chapeau di Savona, che sarà la vera e propria festa di presentazione del disco. Il 25 Aprile sarò poi al Cinema Vekkio di Corneliano d’Alba ed il 2 Maggio al Teatro Ambra di Albenga per il festival “Su la testa” Festival”.

Improvvisamente ti ritrovi a essere nominato Ministro della Cultura. Quali sono i primi provvedimenti in ambito musicale che prenderesti?

Edoardo Chiesa: “Domanda difficilissima. Probabilmente cercherei di rafforzare nelle scuole la materia musicale in modo che non sia trattata come una materia di serie B ma abbia una dignità al pari delle altre materie. Ho sempre pensato assurdo proporre ad un ragazzo delle medie soltanto un’ora alla settimana di lezione di musica. In questo modo si riuscirebbe a dare una formazione di base più ampia e solida a tutti, si eviterebbe in chi si appassiona la ricerca di scuole private e, ancor peggio, la formazione di artistoidi senza basi o riferimenti musicali”.