Ross Music Box: intervista a Giuseppe Gioia

Ross Music Box: intervista a Giuseppe Gioia, una delle menti di XO la Factory realtà che si si occupa di produzioni discografiche, booking, edizioni e management.

XO la factory nasce dieci anni fa lungo l’asse Puglia-Veneto, per la precisione Verona-Lecce, Giuseppe Gioia e Mario Vallenari, nasce perché tutto quello che avevano imparato sulla loro pelle lo volevano regalare e donare a qualcuno: volevano accudire, custodire e proporre musica buona.

In dieci anni di vita il loro catalogo vanta circa sessanta produzioni tra dischi, ep e singoli di band e musicisti sparsi per tutto lo stivale e non solo. Giuseppe e Mario non si sono limitati a produrre musica, hanno cercato da sempre di supportare i loro artisti dal punto di vista dei concerti organizzando tour, assistendoli nel management e nell’ufficio stampa.

Ho scambiato quattro chiacchiere con Giuseppe Gioia per farmi raccontare la sua storia e come è nata XO la factory proprio in occasione di questo compleanno importante.

Come e quando hai incontrato la musica per la prima volta?

Giuseppe Gioia: “Avevo circa 10 anni, ero a casa di mia nonna e per caso ho messo nel videoregistratore la videocassetta del film The Commitments allegata a un venerdì di Repubblica, non ancora scartata.

Semplicemente quella visione è stata folgorante, ho capito da subito che anche se non sapevo come, quando e perché volevo vivere di musica e nella musica, quel momento lo ricorderò per sempre e la cosa bella dopo più di venticinque anni è che la sensazione e il calore nel cuore che mi regala la musica è ancora lo stesso”.

Sei passato dallo stare su un palco a stare dietro al palco. Quando hai preso questa decisione e perché?

Giuseppe Gioia: “Al ritorno da un tour italiano con il mio progetto mi resi conto che non volevo più andare in studio di registrazione per finire quel nuovo album che dovevo fare da tempo.

Non saprei dire di preciso il motivo, semplicemente non ne sentivo più l’esigenza. Il palco mi manca e mi manca ogni giorno della mia vita, ma ho capito che forse ero più bravo ad insegnare, a regalare qualcosa ad altri musicisti piuttosto che “vendere” la mia musica e con molta umiltà sono passato dietro le quinte. Ti dirò il backstage non è così male: ha tutto un suo odore, delle regole, delle sensazioni che ti fanno sentire vivo”.

Come è nata XO la factory? Chi sono stati e chi sono oggi i tuoi compagni d’avventura.

Giuseppe Gioia: “XO è nata appunto dieci anni fa sulla scorta di esperienze precedenti sia me che di Mario il mio socio sempre fedele. Dopo dieci anni siamo ancora qui io e Mario, in mezzo ci sono passate tante persone, alcune tornano a trovarci, altre arriveranno, diciamo che io e Mario siamo vecchietti che sperano di essere sempre alimentati da nuova linfa giovanile”.

Per celebrare questo importante traguardo è uscita una compilation.

Giuseppe Gioia: “Per questi dieci anni abbiamo selezionato dieci canzoni, una per anno e non è
stato facile
: non abbiamo seguito un criterio cronologico, di genere, di regione o provenienza ma, come sempre, abbiamo cercato di creare qualcosa che fosse godibile, prima di tutto per noi e poi per il nostro pubblico.

Questa compilation è il racconto di quello che siamo stati, da dove siamo partiti, quello che volevamo diventare e quello che siamo diventati. Non sappiamo se siamo dei vincitori o dei perdenti, non sappiamo se abbiamo sbagliato tutto o qualcosa, ma come diceva il saggio Joey abbiamo cercato di allargare le nostre prospettive e i nostri orizzonti perché, sempre citando lui, “questo è poesia”!

Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato all’inizio del vostro percorso come XO?

Giuseppe Gioia: “La difficoltà più spaventosa da affrontare è stata vincere la lotta contro l’ansia: ogni mese ti chiedevi come avresti fatto quello successivo, poi è diventato un discorso da fare di anno in anno, poi piano piano capivi che la cosa scorreva e migliorava di anno in anno, sino allo spettro del covid che ci ha spezzato le gambe.

I primi a credere in noi sono stati i Tuesday’s Bad Weather un duo alternative rock di Taranto, anzi colgo l’occasione per lanciare un grande abbraccio a Pierpaolo ed Alessio”.

Come è cambiata la musica in questi anni?

Giuseppe Gioia: “Io credo che la musica resti sempre la stessa: la musica resterà per sempre siamo noi che cambiamo modi di vivere, respirare, caratteri ed esigenze, lei chiede solo di essere rispettata ed accolta con il giusto rispetto e la giusta attenzione”.

Dove vedi XO la Factory tra altri dieci anni?

Giuseppe Gioia: “Mi piacerebbe vederla sempre nel backstage di un underground che però dopo tante nostre battaglie, tanti sogni e lavoro finalmente ci regali le soddisfazioni che forse ci meritiamo. Non chiediamo la luna, ma credo che per quello che abbiamo dato e per come lo abbiamo dato avremmo meritato molto di più e chissà che questi prossimi dieci anni non ce lo regalino“.

Improvvisamente ti ritrovi a essere nominato Ministro della Cultura. Quali sono i primi provvedimenti in ambito musicale che prenderesti?

Giuseppe Gioia: “Mah ti direi che difficilmente potrebbe mai succedere vista la mia posizione politica fortemente extraparlamentare, ma sicuramente la prima cosa che farei sarebbe cercare di far percepire diversamente la musica in Italia: in Italia con la musica è un po’ come durante i mondiali di calcio, tutti siamo allenatori e in Italia un po’ tutti siamo intenditori di musica. Ecco cercherei di regolamentare le figure che lavorano in questo campo, dare giuste tutele e supporto e da quello costruire tutto il resto“.