Psicologia per la Musica: benessere mentale per artisti e addetti ai lavori

Garantire il benessere mentale per artisti e addetti ai lavori del settore musicale in Italia è oggi possibile grazie al progetto Restart – A safe space for music minds.

Prima esperienza di questo tipo nata nel nostro Paese con l’obiettivo di proteggere artisti e addetti ai lavori dell’industria musicale in momenti di crisi. Offre servizi di supporto psicologico e consulenza individuale o di gruppo, Restart punta ad accogliere le esigenze e i problemi specifici dell’industria musicale, con lo scopo di poter fornire un valido aiuto a ciascun professionista del settore (dal musicista al cantautore all’addetto stampa al fonico).

La gestione delle proprie emozioni, l’individuazione dei proprio reali bisogni, il sapersi comprendere, il saper comprendere il proprio ambiente, l’affrontare le sfide quotidiane, la sensazione di perdersi, di non piacere abbastanza, la ricerca spasmodica del successo in ogni sua forma.

Ho conosciuto i professionisti e le professioniste di Restart in occasione dell’Indie Pride 2019 a Bologna. Abbiamo avuto un bel confronto, una bella riflessione sul mio lavoro e non solo, ci siamo scambiati i contatti e così è nata quest’intervista.

Rivolgersi ad uno psicologo in Italia oggi è considerato ancora ad un tabù secondo voi? Se si perché? Come si può riuscire a sfatare questo tabù?

Michela Galluccio (psicologa, founder e referente psicologi in Restart): “Purtroppo sì, ancora oggi in Italia andare dallo psicologo sembra essere una cosa da tenere segreta o un argomento da evitare durante un discorso. È così facile e immediato parlare di un problema fisico, mentre parlare di una difficoltà psicologica genera vergogna e incomprensioni. Perchè?

Lo psicologo è ancora vittima di quell’antica antonomasia per cui “psichiatra=medico dei pazzi” che, peraltro, non gli appartiene neanche direttamente, non essendo un medico ma, appunto, uno psicologo. Alla base vi è sicuramente una cultura incentrata sulla paura costante del giudizio altrui e la perenne ansia di essere bollati come deboli, influenzabili, non in grado di affrontare le insidie della vita in modo corretto. Come se qualcuno, alla nascita, ci consegnasse un libretto di istruzioni.

Ciò che noi psicologi possiamo fare per sfatare questo tabù è sicuramente un’informazione continua e adeguata, un avvicinamento alla popolazione tramite la divulgazione e la sensibilizzazione, evitando di comunicare in “medichese”, ma con un approccio inclusivo e di comprensione.

Da soli però non andiamo molto spediti: il supporto della comunità, infatti, è fondamentale affinché il nostro lavoro venga validato anche da coloro che hanno avuto esperienza di una difficoltà psicologica e/o di un eventuale percorso psicoterapico e che sono pronti a condividerla con i propri conoscenti, amici e colleghi. Nessuno dovrebbe mai sentirsi solo nell’affrontare questo tipo di problematiche”.

Lavagna con scritto su 'Credi in te stesso'.

Flavia Guarino (booking agent, founder in Restart): “Più che di tabù parliamo di un vero e proprio stigma. Nella concezione maggiormente condivisa, soprattutto in Italia, in cui per essere performante, produttivo, valido, devi avere i nervi saldi, essere composto e non mostrare mai una fragilità è difficile aprire e far accettare un discorso relativo le problematiche sul tema salute mentale. 

Si può riuscire a rompere lo stigma, a mio parere, in due modi: facendo divulgazione consapevole, tendendo una mano senza forzare quella dell’interlocutore facendogli scoprire una visione altra, più umana e in secondo luogo parlarne apertamente. 

Quando ho cominciato in prima persona ad affrontare queste tipologie di temi in maniera non negativa/macchiettistica bensì argomentando e mostrandomi consapevole ho notato che anche la comprensione dei miei interlocutori (con o senza pregiudizi) era in qualche modo unanime. Quindi perché non avere la libertà di poterlo fare sempre? È questa la domanda che tutti dovremmo porci!”.

Come e quando è nato Restart? Da chi è composto il vostro team? 

Flavia Guarino (booking agent, founder in Restart): “Il progetto è nato sulla carta da relativamente poco, ma è un’idea in cantiere da quasi un anno. Nel 2018 al Great Escape di Brighton ho conosciuto i ragazzi di Music Support UK . Uno sportello che da anni si occupa in Inghilterra di salute mentale e consulenza all’interno del Music Business. Mi sono detta “Perché una cosa del genere non esiste in Italia? Perché nascondiamo tutti la testa sotto la sabbia tenendo i pollici in su?”

Un anno dopo ho avuto, coraggio, forza e tempo di lanciare l’idea del progetto su Shesaid.so . Li ho trovato Azzurra, professionista che già conoscevo in ambito musicale, si è ritrovata totalmente dentro l’ambizioso progetto che stavo proponendo in quanto psicologa.

Dopo poco si è aggiunta Michela, professionista del ramo neuropsicologico, che è stata entusiasta di far parte del nucleo fondante dello sportello. Dopo poco si sono aggiunti al team altri psicologi e dei volontari che ci supportano su diversi fronti, dalla comunicazione social alla logistica”.

Foto dei membri di Restart da sinistra a destra dello schermo:  Federico Buffagni - Lina Ugrinovska - Flavia Guarino - Azzurra Funari- Elia Alovisi- Michela Galluccio.
Alcuni membri del team Restart (sx-dx): Federico Buffagni – Lina Ugrinovska – Flavia Guarino – Azzurra Funari- Elia Alovisi- Michela Galluccio

Quali sono i disturbi/disagi che colpiscono maggiormente gli artisti? Quali sono le conseguenze sul loro lavoro poi? 

Azzurra Funari (communication and project manager, founder in Restart): “Gli artisti possono attraversare varie difficoltà emotive che possono andare dal semplice disagio ai veri e proprio disturbi patologici.
Tra i disturbi più diffusi ci sono sicuramente il disturbo bipolare e il disturbo borderline. Il primo consiste nell’alternanza di fasi depressive seguite da fasi ipomaniacali o maniacali. Il secondo è più complesso da spiegare, ma possiamo dire che è un disturbo della relazione, che impedisce al soggetto di stabilire rapporti di amicizia, affetto o amore stabili nel tempo. Tuttavia anche sintomi di depressione, attacchi di panico, abuso di sostanze, sono molto ricorrenti negli artisti.

Cassa di chitarra vuota.

In alcuni casi l’artista può essere in grado di convivere con queste situazioni, anche per molto tempo: in un numero sempre maggiore di casi purtroppo gli artisti non riescono a fronteggiarvi e questo fa sì che la patologia si radichi sempre di più”.

Quali sono i disturbi/disagi che colpiscono maggiormente gli addetti ai lavori? Quali sono le conseguenze sul loro lavoro poi?

Azzurra Funari (communication and project manager, founder in Restart): “Uno dei nemici più grandi degli addetti ai lavori è sicuramente lo stress: le pressioni e i ritmi di lavoro ai quali sono sottoposti, uniti alla precarietà legata alla tipologia di lavoro li porta ad uno stato di sofferenza psichica e, nel peggiore dei casi, alla sindrome del burnout, che colpisce soprattutto le professioni d’aiuto, ma anche coloro che entrano continuamente in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza.

Piano di lavoro con computer, casse, lettore vinili.

Il burnout può portare ad una mancata resa da un punto di vista lavorativo, ma anche un lento processo di “logoramento” dal punto di vista personale. Senza un intervento tempestivo si può incorrere in isolamento, autolesionismo e impoverimento della vita di relazione, disturbi d’ansia, crisi di panico e depressione.

Quali sono gli strumenti di sostegno e di supporto che utilizzate per artisti e addetti ai lavori?

Azzurra Funari (communication and project manager, founder in Restart):” Forniamo supporto grazie alla professionalità di un team di psicologi che svolgono delle consulenze one to one. Poi, in caso lo richiedano, siamo anche in grado di indirizzare verso un percorso psicoterapico con professionisti abilitati.

Oltre alle consulenze, faremo formazione, organizzando dei meeting o dei circle time su argomenti utili agli artisti e/o ai professionisti del Music Business: al Linecheck Festival di Milano, ad esempio, abbiamo tenuto un panel sulle strategie di coping.

Il messaggio che vogliamo far passare con le nostre attività è: può capitare un momento di difficoltà o di disagio e parlarne, chiedendo anche aiuto, non deve più essere un tabù”.

State somministrando un questionario dedicato da far compilare agli artisti e gli addetti ai lavori del mondo musicale. Come è stato strutturato? Come è possibile parteciparvi?

Michela Galluccio (psicologa, founder e referente psicologi in Restart): “Il questionario in oggetto è un adattamento italiano di uno inglese, revisionato da me, in quanto referente degli psicologi di Restart, col supporto del team. L’originale è stato redatto dai ricercatori dell’Università di Westminster su commissione di Help Musician UK, un’associazione no profit britannica che supporta i musicisti a 360°, dalla formazione musicale al supporto psicologico.

Il questionario si compone di circa trenta domande a risposta chiusa e un piccolo spazio finale aperto per lasciare la possibilità agli utenti di condividere un pensiero o un’opinione in merito al progetto. È completamente anonimo ed è online, quindi sempre disponibile alla compilazione.

Il questionario è disponibile sul sito ufficiale Restart ed è possibile richiedere il link diretto scrivendo a info@restartmusicminds.org oppure tramite le nostre pagine Facebook e Instagram. le nostre pagine Facebook e Instagram.

Quali sono gli impegni di Restart per i prossimi mesi?

Flavia Guarino (booking agent, founder in Restart): “Ci stiamo preparando ai tesseramenti del 2020 mettendo a punto una serie di workshop che costelleranno tutto quest’anno. Saranno principalmente improntati su gestione dello stress, strategie di coping e problematiche relazionali.

Abbiamo anche in cantiere uno speciale workshop a cadenza mensile dedicato invece proprio a tecnici, musicisti, manager e agenti che vanno in tour e che abbraccerà il tema in maniera più ampia passando attraverso alimentazione, mindfulness e psicologia”.

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